sabato 2 ottobre 2021

Il Sabato di Lazzaro, l'annuncio della Risurrezione


Sabato di Lazzaro, l'annuncio della Risurrezione

di Yaryna Moroz Sarno


“O voce divina,
divina potenza della tua forza,
o Salvatore: per essa hai spezzato
le porte dell’Ade e della morte vorace;
strappa anche me alle mie passioni,
come allora il tuo amico,
Lazzaro di quattro giorni”

(Mattutino, all’ode V).


  La miniatura dell'Evangelario (Codex Purpureus Rossanensis), la metà del VI secolo
 

L'icona bizantina del IX secolo


    Al termine della Grande Quaresima e all'introduzione della Settimana Santa nella tradizione bizantina si presenta il mistero della risurrezione di Lazzaro. Infatti, nella Chiesa orientale la memoria di Lazzaro precede la Domenica delle Palme.  
    Le prime notizie sul Sabato di Lazzaro nell'Oriente greco si riferiscono all'antico culto di Gerusalemme. Già nel "Diario del Pellegrinaggio" di Egeria (ca 381-384) e nel Lezionario di Gerusalemme del V secolo conservato nella traduzione armena si parla della celebrazione liturgica nel sesto sabato della Grande Quaresima nel c.d. Lazarium, una basilica costruita sul luogo della sepoltura di Lazzaro a Betania.  
   Le origini della celebrazione del Sabato di Lazzaro risalgono all'antica liturgia gerosolimitana e prima di essere adottata nella liturgia delle altre chiese era una sua particolarità. Ma non era una commemorazione della risurrezione di Lazzaro, ma dell'arrivo di Cristo a Betania "sei giorni prima della Pasqua" (Gv 12, 1), la prefigurazione della resurrezione dei morti e come promemoria, l'annuncio della Pasqua. Infatti esiste un stretto legame tra la passione di Cristo e la resurrezione di Lazzaro. Efrem il Siro (IV secolo) nel Commento al Diatessaron 17, 7 disse che  Gesù “rese la vita a Lazzaro e morì al suo posto”. 
  L'origine antica di questa commemorazione liturgica confermano le testimonianze di Giovanni Crisostomo (m. 407) ed altri Padti della Chiesa. I canti liturgici che include la celebrazione liturgica sono stati composti da Sant'Andrea di Creta, da Cosma di Maiuma, Romano il Melode e Giovanni Damasceno. 
    Il Sabato di Lazzaro già dai primi secoli del Cristianesimo si comprendeva come l’annuncio della Pasqua, perché annunciava e anticipava la luce e la pace del Sabato Santo ormai prossimo, sottolineando la vittoria di Cristo sulla morte. Nel vespro del giorno si canta: “Signore, sulla tomba del morto da quattro giorni, sulla tomba di Lazzaro sei venuto e, versando lacrime per l’amico, risusciti il morto da quattro giorni, o Spiga della vita; alla tua voce la morte fu così legata e dalle tue mani furono sciolte le bende funebri”. Nella lettura del Vangelo nella Liturgia si spiega: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato».
  Il Signore trasformò l’evento della morte di Lazzaro nell'epifania della sua misericordia e della potenza. Questo miracolo a Betània rivela la natura divina di Cristo. 
“Gloria a te, che soltanto chiamandolo risuscitasti dalla tomba Lazzaro, l’amico, morto da quattro giorni”, si esclama nelle Lode del Mattutino (all’ode II).  
    Lazzaro simbolizza l'intera umanità malata. Sant’Ireneo nel II secolo affermava: “Chiamò a gran voce Lazzaro dicendo: ‘Lazzaro vieni fuori’. E uscì ‘il morto con i piedi e le mani avvolti in bende’. Ora questo è il simbolo dell’uomo che era stato legato nei peccati. E per questo il Signore dice: ‘Scioglietelo e lasciatelo andare’. Il Signore attraverso le cose temporanee prefigurava le cose eterne e indicava che egli stesso è colui che può dare la guarigione e la vita alla sua creatura, affinché si creda anche alla sua parola circa la resurrezione: alla fine, ‘al suono dell’ultima tromba’, quando il Signore farà udire la sua voce, i morti risusciteranno, come dice egli stesso: ‘Viene l’ora in cui tutti i morti, nelle tombe, sentiranno la voce del Figlio dell’uomo’ (Gv 5,25)” (Contro le eresie V,13,1).
  Secondo il Vangelo di Giovanni, la risurrezione di Lazzaro accade pochi giorni prima della Passione del Signore. Efrem il Siro nel Commento al Diatessaron (17,8) scrisse: “Il Signore venne a Betania e risuscitò il suo amico affinché attraverso ciò che aveva fatto per Lazzaro si credesse ciò che diceva di se stesso: ‘Il terzo giorno risorgerò’ (cf. Mt 17,23)”. Nell'Inni sulla chiesa (27,8) aggiunse: «Lazzaro ti ha risposto, Signore, ed era un simbolo; il morto ti ha risposto, come i morti ti risponderanno nella resurrezione». 
    Il motivo della resurrezione di Lazzaro è già raffigurato nelle catacombe romane. 
 
 
 
Le catacombe dei Giordani, Roma

Catacombe di via Latina, Roma, gli affreschi del IV secolo. Una vera e  propria "pinacoteca del IV secolo". | Catacombe, Arte cristiana, Archeologia
Catacombe di Via Latina, Roma

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Lastra di chiusura di loculo (metà del secolo III ), Musei Capitolini a Roma 


Risurrezione di Lazzaro, fianco destro della Lipsanoteca di Brescia, IV secolo


 
 
Il rilievo sulla copertina del Vangelo, V secolo, Museo del Tesoro di Duomo di Milano
 
 File:S. Apollinare Nuovo Resurr Lazzaro.jpg
Il mosaico della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, VI secolo  

 
La Resurrezione di Lazzaro. X secolo, Costantinopoli. Bode Museum
 
     Essenzialmente l'innografia e l'iconografia bizantina si basa sui Vangeli canonici (in particolare Gv 11, 1-44) e rappresenta l'uscita di Lazzaro dal sepolcro con la figura di Cristo al centro della composizione. La sua mano destra è alzata nell'atto della benedizione e nella sua mano sinistra (nelle numerose raffigurazioni) vediamo il rotolo interpretato come il chirografo del peccato che Signore viene a riscattare. Sul primo piano sono rappresentate anche le due sorelle di Lazzaro ai piedi del Cristo. Il sepolcro fuori dalla città di Gerusalemme simboleggia il passaggio della vita umana dalla città terrena alla città celeste. 


   La miniatura del XIII secolo, Vangelo di Lauryshiv 
 

 La resurrezione di Lazzaro, il Salterio di Kyiv, 1397


    La riserruzione di Lazzaro, l'affresco nella chiesa Ss. Trinità, 1418, Liublino
 

Tropario


Per confermare la comune resurrezione,
prima della tua passione,
hai risuscitato dai morti Lazzaro, o Cristo Dio;
perché anche noi, come i fanciulli,
portando i simboli della vittoria,
a Te, vincitore della morte, gridiamo:
Osanna nel più alto dei cieli,
benedetto Colui che viene
nel nome del Signore. 
O Cristo, gioia di tutti,
verità, luce, vita e resurrezione del mondo,
per amore ti sei manifestato ai mortali,
e sei divenuto modello della comune resurrezione,
concedendo a tutti il perdono divino.
 

Lazzaro di Betania - Wikiwand
Icona ucraina del XVI secolo, villaggio Poliana, 
Museo Nazionale di Leopoli 
 

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L'icona ucraina del XVII secolo, Museo Nazionale a Leopoli  


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