La Discesa dello Spirito Santo
PENTECOSTE
Yaryna Moroz Sarno
Vangelo di Rabbula del 586, Firenze, Laur., Plut. 1.56, fol. 14 v
La Discesa dello Spirito Santo è una tra le più importanti festività dell'anno liturgico che simboleggia il rinnovamento dell'uomo e il ritorno all'unità dopo la divisione dei popoli a Babele (Gn 11, 1-9). La commemorazione dell'Alleanza quando agli ebrei è stato donato la Legge del Signore divenne per cristiani la festività del dono delle lingue (Mc 16, 17). Cinquanta giorni dopo la Pasqua con la Discesa dello Spirito Santo nasce la Chiesa (Atti 2,1-13), trasformando la comunità cristiana nel Corpo di Cristo.
La Pentecoste, secondo le testimonianze di San Ireneo (130-202), confermati dall'apologista cristiano Tertulliano (ca 155-ca 230), si festeggiava già nel periodo apostolico. In realtà, Tertulliano fu il primo a distinguere una festa particolare in onore della Spirito Santo. Sulla Pentecoste è stato scritto nell'Itinerario (43,4-6) di Egeria.
Fino al IV secolo l'intero periodo dalla Pasqua alla Pentecoste era considerato come una lunga celebrazione della Pasqua. La Chiesa celebrava insieme l'Ascensione e la Pentecoste. La Discesa dello Spirito Santo come la ricorrenza da festeggiare si affermò dal IV secolo. San Basilio il Grande compose le preghiere dei vespri della festa che sono ancora in uso.
Nel cantico liturgico della Liturgia bizantina si esclama: "Con soffio infuocato ti posi sugli apostoli che attendono in Sion la tua venuta come bramato onore, come dimostrazione, o Spirito, del Figlio generato dal Padre, e prontamente dimostri indecoroso il ciarlare delle genti con fischi". "Per far ricordare le parole di vita udite dal Padre e dette agli apostoli, il Cristo manda lo Spirito a posarsi su di loro in forma di lingue di fuoco. Cantando ti benedice il creato, che prima da te estraniato, gode ora della tua amicizia".
L'iconografia della festa si formò verso il VI secolo. Nelle prime rappresentazioni della Discesa dello Spirito Santo insieme agli apostoli era raffigurata anche la Madre di Dio. Da quando l'Ascensione e la Pentecoste iniziano ad essere celebrate separatamente, nelle icone si rappresentava i dodici apostoli riuniti in preghiera che ricevono lo Spirito Consolatore, ma senza la Vergine Maria, spesso con la predominanza della figura dell’arco. La figura della Madonna si ritrova nuovamente solo nel XVI secolo.
Lo schema iconografico con gli apostolo radunati, seduti su triclini (o l'emiciclo) con i rotoli o codici nelle mani come per annunciare la Parola si formò nel IX secolo. In basso in alcune icone appare un personaggio in abiti regali che porta nelle mani un drappo bianco su cui certe volte sono posti dodici rotoli, la Parola di Fede dei dodici Apostoli: Ο κόσμος, il mondo abitato. Il vecchio re potrebbe essere spiegato come il simbolo delle diverse lingue e nazioni (Att 2, 9-11).
L'icona dall'Athon, XII secolo
L'affresco dell'XI secolo della Cattedrale di Sofia a Kyiv
L'icona ucraina della prima metà del XV secolo, villaggio Radruzh
L'icona dell'inizio del XVI secolo, Zhuravyn, Museo Nazionale di Leopoli
L'icona ucraina del XV secolo
L'icona del XVI secolo, villaggio Stara Skvariava, scuola di Peremyshl
L'icona del XVI secolo, Kalush
L'icona del XVI secolo, scuola di Sambir, villaggio Lopushanka
L'icona del XVI secolo, Skole, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona ucraina dell'inizio del XVII secolo, villaggio Okorsk, regione di Lokachyn
L'icona della chiesa dello Spirito Santo, Rogatyn
L'icona del XVII secolo, chiesa di Santa Paraskeva a Leopoli
Ivan Rutkovych, l'icona dell'iconostasi di Zovkva, XVII secolo
L'icona del XVII secolo
Jov Kodzylevych, l-icona dal monastero di Bilostok, l'inizio del XVIII secolo
Jov Konzhylevych, l'icona dell'iconostasi di Skyt Maniavsky, 1698-1705
Michael Vrubel, gli affreschi della chiesa di San Cirillo di Alessandria a Kyiv, 1884
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G. Passarelli, Icone delle dodici grandi feste bizantine, Milano 1998
Per consultare le immagini vedi: http://icon.org.ua/gallery/zishestya-svyatogo-duha/
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