La Dormizione della Beata Vergine Maria
Yaryna Moroz Sarno
La Dormizione del XII-XIII secolo, scuola di Kyiv
Nella Tua Dormizione non hai abbandonato il mondo,
o Madre di Dio. Sei passata alla vita, Tu, madre della Vita,
e con le Tue preghiere liberi dalla morte le nostre anime.
La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio
che prega incessantemente per noi e
resta ferma speranza di intercessione.
Infatti Colui che abitò un seno sempre vergine
ha assunto alla vita colei che è la Madre della Vita.
Kondakion della Dormizione di san Cosma, vescovo di Maiuma
La festa della Dormizione della Beata Vergine Maria (Dormitio Virginis; Κοίμησις τῆς παναγίας) è una delle più antiche feste mariane ed è il loro coronamento. La solennità è stata già menzionata negli scritti di San Girolamo, di Sant'Agostino e di Gregorio, vescovo di Tours. Nel IV secolo la festa già è stata ampiamente celebrata a Bisanzio. Fu celebrata nel 431 a Gerusalemme, poco dopo il Concilio di Efeso. All'Occidente il papa Sergio I (687-701) introdusse la festa.
Sulla base della tradizione, patriarca di Gerusalemme Giovenale, affermasse davanti all'imperatore Marciano (450-457) l'attendibilità delle leggende allora diffuse sulla miracolosa ascesa della Madre di Dio dalla carne al cielo e mandò anche a Costantinopoli il sudario sepolcrale della Madre di Dio, che la regina Pulcheria mise nella chiesa della Madre di Dio a Blacherne da lei costruita all'inizio del regno di Marciano. Questa leggenda è stata registrata sotto il 2 luglio del menologio di Basilio (X secolo), il cui autore conosceva le fonti sul sudario funerario nella chiesa delle Blacherne. Lo storico Niceforo Callisto (XIV secolo) ne parla dettagliatamente. Da ciò si evince che a Costantinopoli, sotto Marciano e Pulcheria, si celebrava la festa della Dormizione della Madre di Dio, che era chiaramente indicata dal suo lenzuolo funerario.
All'inizio nella celebrazione della memoria della Dormizione nella Chiesa orientale si sottolineava principalmente i privilegi della Vergine Maria. Solo dal VI secolo la festa prende il nome attuale. Secondo la tradizione orientale, alla festa precedeva un rigoroso digiuno.
L'elogio di Teodoro di Pietro al monaco Teodosio il Grande (circa 530) racconta che la memoria della Madre di Dio si celebrava con grande solennità ogni anno nei monasteri palestinesi con grande solennità. Secondo la testimonianza di Niceforo Callisto nella Storia della Chiesa, la festa fu istituita da imperatore bizantino Maurizio con un decreto dell'anno 582 che fissava la data del 15 agosto in segno di gratitudine per la vittoria sui persiani. Successivamente intorno all’anno 600, venne estesa all’intero impero bizantino. Il 15 agosto era già segnalato nel lezionario gerosalemmiano del VII - l'inizio dell'VIII secolo: “Nel Getsemani nell'edificio dell'imperatore Maurizio, la memoria della Madre di Dio”. Attraverso il papa Teodoro I, proveniente dal clero di Gerusalemme, giunse in Occidente. A Roma la festa è stata inrodotta dal papa Sergio I.
Le notizie sull'evento provengono dagli apocrifi e dagli scritti dei Padri della Chiesa. Sant'Epifanio di Salamina (IV secolo) spiegava il silenzio della Scrittura come una precisa volontà di Dio “per non suscitare un eccessivo stupore nell'animo degli uomini”. Nei Vangeli apocrifi, nei racconti sulla Dormitio Mariae, si descrivano i dettagli sulla morte della Madre di Dio, sulla sua sepoltura e sul trasferimento del suo corpo nei cieli (ad esempio, nel libro dello Pseudo-Giovanni evangelista, nel Libro dello Pseudo-Melitone di Sardi, del Transito Romano, o di quello del Transito Siriaco). Tra loro il più autorevole sembra sia stato lo Pseudo Dionigi Areopagita che influenzò i suoi successori, particolarmente le omelie dei secoli VIII - IX. Nel terzo capitolo del De Divinis Nominibus, attribuito allo Pseudo-Dionigi (500 ca), si descrive la Dormizione di Maria con la scena della riunione degli apostoli e con un posto speciale di Pietro.
Nell'omiletica medievale della Dormizione sono stati importanti le opere di San Germano di Costantinopoli, di Sant'Andrea di Creta, di Teodoro Studita e Giorgio di Nicomedia, ecc. Nel V secolo furono scritte le omelie per questa festa di Sant'Anatolio, patriarca di Costantinopoli (V secolo). Il sermone sulla Dormizione della Beata Vergine Maria scrisse patriarca di Gerusalemme Modesto (m. 632). Nell'VIII secolo sono composti le due canoni della festa di San Cosma di Maium, tre parole di San Giovanni Damasceno, le opere liturgiche di Sant'Anatolio, patriarca di Costantinopoli, patriarca di Costantinopoli San Germano. San Teofano, metropolita di Nicea (IX secolo). La Legenda aurea di Iacopo da Varazze, che ispirò in modo sostanziale l’iconografia medievale, la cita continuamente.
L'evento della Dormizione della Vergine Maria probabilmente accadde fra il 66 ed il 70. L'apologeta e il vescovo di Sardi Meliton (II secolo) attribuiva l'Assunzione della Santissima Vergine Maria al 69° anno della Sua vita, 55 dalla Natività di Cristo e al 22° dall'Ascensione del Signore. Ippolito, vescovo di Roma del III secolo, intendeva che l'anno della Dormizione della Madre di Dio era 43 d. C. e 57 dalla sua nascita. Eusebio Panfilo, vescovo di Cesarea (m. 340) scrisse che l'anno dell'Assunzione della Vergine Maria fu il 63 della sua vita e il 48 dalla Natività di Cristo e 15 dall'Ascensione del Salvatore. Epifanio, vescovo di Cipro (m. 403), diceva che tutti gli anni della santa vita della Vergine c'erano 72, e la sua Dormizione, secondo lui, era il 57 dalla nascita di Cristo. Lo stesso è detto dal scrittore bizantino della fine dell'XI da Georgio Kedrin. Lo storico bizantino Niceforo Callisto (XIV secolo) citava le parole di Sant'Evod, uno dei settanta Apostoli, che considerava l'anno dell'Assunzione della Vergine Maria il 59 anno della sua vita e 44 dalla Natività di Cristo. Sant'Andrea di Creta (m. 712) e Simeone Logoteta, detto Metafraste (X - XI secolo) non determinava esattamente il numero di anni, ma diceva che la Madre di Dio sia morta "in vecchiaia".
L'avorio, X secolo, Costantinopoli, Parigi, Museo del Medioevo
La Dormizione , l'icona bizantina in avorio, Costantinopoli, X secolo;
New York, Metropolitan Museum.
Il mosaico nella chiesa Santa Maria dell'Ammiraglio (Martorana) a Palermo
L'iconografia bizantina si basava sulle fonti apocrife, nonché sugli insegnamenti dei santi padri della chiesa. Grane influsso sull'iconografia ebbe l'apocrifo del V secolo "Il racconto sulla Dormizione della Santa Madre di Dio di San Giovanni il Teologo".
Nella sua forma canonica lo schema iconografico si è formata alla fine del X secolo e rappresenta la Vergine Maria sul letto funebre, circondata dagli apostoli, giunti da tutte le parti del mondo con i due vescovi Dionigi l'Areopagita ed Ieroteo vescovo di Atene. Sull'asse verticale al centro della composizione nella mandorla azzurra (o verde) circondato dagli angeli è rappresentato il Cristo che regge la sua anima come una bambina neonata in fasce. Intorno all'XI secolo si crea la versione più ampliata dell'iconografia della Dormizione "nuvolosa" (come, per esempio, l'affresco nella chiesa di Santa Sofia a Ochrid, Macedonia) che raffigura gli apostoli che volano con le nuvole al letto della morte della Madre di Dio. Angeli che volano nelle scene dell'Assunzione di Cristo con le mani coperte, come per ricevere doni santi, come se servissero alla liturgia come diaconi.
Secondo l'apocrifo attribuito a Giovanni il Teologo, gli apostoli che la Beata Vergine volle vedere prima di morire furono miracolosamente avvisati dagli angeli dai diversi paesi e sono stati portati a Gerusalemme, con gli apostoli Andrea, Filippo, Luca e Simone Taddeo risvegliati dalle loro tombe. La versione della Dormizione con le nuvole si diffuse e si sparge ampiamente dal XIII secolo. Nelle alcuni rappresentazioni l'apostolo Pietro è raffigurato con un incensiere in mano. Spesso nella scena della Dormizione sono raffigurati due o quattro vescovi, insieme agli apostoli: i santi Dionigi l'Areopagita, Ierofeo, Timoteo di Efeso e Giacomo, fratello del Signore, che, secondo la tradizione, erano presenti alla Dormizione della Beata Vergine, simboleggiavano la comunione dei sacerdoti del sacerdote nel sacramento dell'Eucaristia.
L'affresco dell'Assunzione della Vergine nella Cappella della Santissima Trinità, Lublino.
Maestro Andrea insieme con i suoi alunni, 1418.
L'icona ucraina dell'inizio del XV secolo, Minsk-Mazovesky nei pressi di Lublino
L'icona ucraina della prima metà del XV secolo, Zhukotyn,
Museo Storico di Sianok (Polonia)
L'icona ucraina del XV secolo, villaggio Andrijivka
L'icona ucraina della seconda metà del XVI secolo, regione di Skole, Museo Nazionale a Leopoli
Maestro Oleksiy Goroshovych, 1547, villaggio Smilnyk, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona del XVI secolo, Maestro Fedusko, dall'iconostasi della chiesa di Dormizione della Madre di Dio,
villaggio Nakonecne, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona del XVI secolo, villaggio Nakonecne, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona della fine del XVI secolo, Kalush, regione di Leopoli, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona ucraina del XVI secolo
L'icona del XVI secolo, Museo Nazionale a Cracovia
L'icona ucraina della fine del XVI secolo
L'icona ucraina del XVI secolo, villaggio Vola Kyvecka, Museo Storio di Peremyshl
L'icona dell'inizio del XVII secolo, Yavoriv, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona del 1608, Maestro Fedir Vyshenskyj, Borotyn, Museo del Castello di Olesk
L'icona della Dormizione nella chiesa di Santa Parascede a Busk, 1630 ca
L'icona ucraina del XVII secolo, Volyn'
L'icona dell'iconostasi del 1638, Velyki Grybovyci, dintorni di Leopoli
Ivan Rutkovych, 1697-1699, Zhovkva, adesso a Museo Nazionale a Leopoli
L'incisione da "Pateryk di Kyiv-Pechersk", 1661
L'icona ucraina del XVII secolo
L'icona della devozione popolare della fine del XVII secolo,
Museo Nazionale a Cracovia
L'icona della devozione popolare del XVII secolo dalla chiesa di San Michele Arcangelo,
villaggio Pilganiv, regione di Lutsk, Museo delle icone di Volyn'.
L'icona della Dormizione, la capella nel villaggio Ialynkuvate, provincia Skole, regione di Lviv
Maestro Ivan Girovsky, 1660, villaggio Peregrymka
L'icona dall'iconostasi della chiesa di Santa Parasceve a Leopoli, XVII secolo
L'icona del XVII secolo, Museo arcidiocesano di Peremysl'
L'icona ucraina del XVII secolo, Museo Nazionale a Leopoli
La Dormizione della Beata Vergine, la scuola dell'iconografia della Lavra di Kyiv (Monastero delle Grotte), la seconda metà del XVII secolo
Yov Kondzelevych, L'icona della Dormizione della Vergine, Museo Nazionale a Leopoli
Yov Kondzelevych, La Dormizione della Vergine dall'iconostasi del monastero Manyavsky, prima del 1702, Museo Nazionale a Leopoli
La Dormizione della Beata Vergine, la bottega iconografica del monastero delle Grotte a Kyiv,
la prima metà del XVIII secolo, Museo delle Arti d'Ucraina, Kyiv.
Il ricamo con la rappresentazione dell'Assunzione della Vergine, Monastero delle Grotte a Kyiv, la seconda metà del XVIII secolo.
L'icona della chiesa Desiatynna a Kyiv
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G. PASSARELLI, La Dormizione della Dio, in ID., Icone delle dodici grandi feste bizantine, Milano 1998,249-268.
F. TASSO, Dormitio Virginis, in Iconografia e arte cristiana, vol. I, Cinisello Balsamo (Milano) 2004, 609-610
Le fonti iconografiche:
http://hram.lviv.ua/3179-konografiya-uspinnya-presvyatoyi-bogorodici.html
http://yovkondzelevych.com/icon/uspinnya/
https://news.church.ua/2019/07/26/5-chudotvornix-ikon-kijevo-pecherska-uspinnya-presvyatoji-bogorodici/
http://arkhiv.pravoslaviavolyni.org.ua/gazeta/stattja/?newsid=5240&ncategory=volyn_ikony
Julian Butsmaniuk, gli affresci della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Zhovkva,
gli anni 1910
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