domenica 26 settembre 2021

La Domenica delle Mirofore


La Seconda Domenica dopo Pasqua 
delle pie donne Mirofore  

di Yaryna Moroz Sarno


Giunte al Tuo Sepolcro, e non trovandovi 
il Tuo corpo immacolato, 
le donne dicevano con pietose lacrime:
“E’ stato forse rapito Colui che ha concesso 
all’emorroissa la guarigione?
E’ forse resuscitato Colui che già prima 
della sua passione aveva predetto la resurrezione?
Sì Cristo è veramente resuscitato, 
Lui che dona la resurrezione ai morti!”

Dall'inno di Romano il Melode 



           Il mosaico della basilica di Sant’Apollinare Nuovo, 520 ca, Ravenna


La miniatura del Vangelo di Rabbula, VI secolo, Firenze, Laur., Plut. 1.56


     Nella tradizione bizantina la seconda domenica dopo la Pasqua è la festa delle Sante donne Mirofore (gr. Μυροφόροι, in lat. Myrophorae), portatrici della mirra. Il termine si riferisce alle donne che testimoniano la fedeltà sul Golgota, che erano testimoni della tomba vuota ed a loro viene rivolto il primo annuncio della Risurrezione; sono esse a riferire questo annuncio agli Apostoli. 
    L'evento con le pie donne al Sepolcro è descritto nei Vangeli. I nomi di alcune di esse li conosciamo dai Vangeli: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses (Mt, 1-10), Salome, madre dei figli di Zebedeo (Mc,  16, 1-8) e una certa Giovanna ed altra  Susanna (Lc 8, 3), che anche seguirono Gesù dalla Galilea. Sono state loro ad accompagnare Gesù al Calvario (Lc 23, 27-28) ed  al sepolcro, portando olio profumato (myron) per ungere il corpo morto del Signore.  
    Già nel Cantico dei Cantici si mensiona myron (Ct 1, 3). Testimoni della morte e della sepoltura di Cristo, le pie Mirofore rappresentano quelli che cercano lo Sposo (Ct 3, 1-2; 5, 6; 6, 1). Cristo, il Figlio di Dio, è Unto nello Spirito, il Re Sacerdote e Sposo della Chiesa. Myron è uno dei titoli dati dalla Chiesa greca al Cristo. Le Miròfore, secondo l'esegesi dei Padri della Chiesa, simboleggiano la Chiesa Sposa alla ricerca dello Sposo.
   Secondo la tradizione liturgica bizantina, la Vergine Maria stava tra le Donne Mirofore ed insieme alle Donne Mirofore, è Mirofora, portatrice del Figlio di Dio, l'Unto di Dio, Salvatore degli uomini e Sposo dei redenti. Le Donne sono le prime a vedere e ad ascoltare il Risorto, quindi testimoni e annunciatrici del mistero della Resurrezione, della vittoria di Gesù Cristo sulla morte. Si canta durante la liturgia della festa: "L’Angelo diceva alla Piena di grazia: “ Salve, o Vergine pura, ti ripeto: Salve! Il tuo Figlio è risorto il terzo giorno dal sepolcro”. Risplendi! Risplendi di luce, nuova Gerusalemme! Poiché la gloria del Signore si è levata sopra di te. Tripudia ora ed esulta, Sion, e tu, o pura Madre di Dio, rallegrati nella resurrezione del tuo Figlio".
    Il rivolgersi alle Donne presso il Sepolcro del Risorto: "Andate, annunciate, fate memoriale di tutti questi fatti" (Lc 24, 1-12) e "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (Mt 28, 10) fa di loro "apostole degli Apostoli" (come le chiamano nella liturgia bizantina), ed anche "le uguali agli Apostoli" (isapóstolai) nella tradizione greca. L’incontro di Gesù con le donne è raccontato dal Vangelo di Giovanni (20,1-8). La narrazione è amplificata con la descrizione dell'incontro del Signore al Santo Sepolcro vuoto con Maria Maddalena (cf. Mc 16, 9), dell’apparizione degli angeli. 
    Nelle letture liturgiche di questa festa si sottolinea il loro ruolo (Mc 16,9-20, Atti 6,1-7, Mc 15, 43–16,8). Il Canone della festa delle Mirofore è composto da Andrea di Creta. 
   La memoria di queste pie donne è nominata per l'intera settimana, perciò è "la Settimana delle Mirofore", perchè le mirofore sono state le prime testimoni della Risurrezione di Cristo e noi, imitando le mirofore, dobbiamo portare il vero profumo della vita nuova. Nel Tropario della Domenica delle Mirofore si dice: "Le donne di divina sapienza correvano con aromi, e ti cercarono con lacrime quasi tu fossi un mortale. Ma esultanti di gioia, ti adorarono Dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo". 
   Nell'iconografia la scena dell'Apparizione dell'Angelo alle mirofore è conosciuta dal III - IV secolo. Durante il periodo prima dell'iconoclastia principalmente questa immagine rappresentava la Resurrezione.
    Tra le prime scene delle mirofore al Santo Sepolcro è l'alfresco dipinto verso l'anno 232 nel battisterio a Dura Europos (Mesopotamia settentrionale). Sono conosiute numerose raggigurazioni del motivo sui sarcofagi del IV - V secolo.  


L'affresco a Dura Europos

                                  
                           Scena sul sarcofago di San Celso, IV secolo, Chiesa di Santa Maria presso San Celso, Milano

Dittico'avorio di Trivulci, la fine del IV secolo



Il frammento del dittico di Milano, V secolo 

La copertina del Vangelo, l'
avorio, V secolo,  Museo del Duomo di Milano 


Il frammento della porta lignee, basilica di Santa Sabina, Roma, V secolo  


Placca d'avorio, IV-V secolo, British Museum, Londra.


Il frammento dell'avorio, l'inizio del V secolo, Monaco (Baviera)

 
    Il tema era estremamente popolare nell'arte: sia nella pittura monumentale (mosaici e affreschi) che nei libri miniati e nell'arte applicata. 
 
 
L'immagine delle Mirofore al Santo Sepolcro sulle ampolle, VI secolo,
Museo del Duomo di Monza

 


 
 Dr. Jeannie Constantinou. Christ is Risen, Part 2b. Rejoice, and Peace! / OrthoChristian.Com
                              La miniatura del Vangelo del XI secolo (Ath. Dionys. 587 m, fol. 113 v)

 
    Sulle icone medievali spesso si rappresentava il momento quando le tre donne recate al sepolcro lo vedono vuoto. Tenendo nelle mani i vasetti della mirra per ungere il corpo del Signore, si trovavano davanti l'Angelo "vestito di una veste bianca", che disse: "Non abbiate paura!" (Mc 16, 6). "Non cercate tra i morti colui che è vivo. È risorto!" E come si canta nel tropario della festa, "Stando dinanzi al sepolcro, l’Angelo gridò alle donne mirofore: gli aromi si addicono ai mortali, Cristo invece si è mostrato libero da qualunque corruzione. Ma gridate: è risorto il Signore donando al mondo la grande misericordia". Questo brano evangelico risona nella Stichira dei Vespri: "Le mirrofore, apparendo all'alba e vedendo vuoto il Sepolcro, esclamarlono agli Apostoli: “L'Onnipotente ha abbattuto la corruzione e strappato coloro che erano nell'Inferno dalle catene; proclamate con franchezza che Cristo Signore è risorto, concedendo grande misericordia al mondo! "


  

   La miniatura del Vangelo di Lavuryshiv, XIII secolo
 
 
 
         Il frammento dell'icona della Passione del Cristo del XV secolo, villaggio Zdvyzhen
Museo Nazionale a Leopoli 


Il frammento dell'icona della Passione di Cristo, 
villaggio Trushevychi, fine del XV secolo , 
Museo Nazionale a Leopoli

Il frammento dell'icona ucraina "La Passione del Signore" del XVI secolo, 
villaggio Migova, provincia Staryj Sambir, regione di Leopoli
Museo Nazionale a Leopoli   


 
Il frammento dell'icona delle Passioni di Cristo, XVI secolo,
Museo Nazionale a Leopoli  



   Nella domenica delle Mirofore si presentano due brani del Vangelo, la prima delle quali viene letta al Mattutino ed è il racconto lucano (Lc 24, 1-12): 

    Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.



Gli affreschi nella cappella della Santissima Trinità a Lublino, 1418  




              Durante la Divina Liturgia si legge il brano del Vangelo di Marco (Mc 15,43 - 16,8): In quel tempo, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?". Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

 

"Жони-мироносиці біля гробу Господнього "  2 пол 16 ст. с
L'icona ucraina della seconda metà del XVI secolo (1570 ca), villaggio Nakonechne  
Museo Nazionale a Leopoli  


Fermatosi dinnanzi alla tomba,
l'Angelo alle donne recanti aromi gridò:
gli aromi si addicono ai mortali,
Cristo invece s'è mostrato alieno da ogni corruzione.
E voi gridate dunque:
è risorto il Signore per donare al mondo la grande misericordia

(Tropario della Domenica delle Mirofore)



"Жони-мироносиці біля гробу Господнього "  (фрагмент ікони "Архистратиг Михаїл з житієм") 2 пол 16 НМЛ

Le pie donne mirofore vicino al Sepolcro del Signore 
(frammento dell'icona "San Michele Arcangelo con gli atti" 
della seconda metà del  XVI secolo), Museo Nazionale a Leopoli 


L'incisione, Triodion, Kyiv 1631 


L'incisione del Vangelo, 1636, Leopoli 


  Insieme alle mirofore ed  agli apostoli, onoriamo Giuseppe d'Arimatea,
 il nobile consigliere e discepolo zelante per la pietà, 
e insieme a loro acclamiamo e con fede splendidamente celebriamo 
la risurrezione del Salvatore. Gloria.  
Chi mai potrà narrare la gloria indivisa della Deità soprassostanziale?

(Il canto della festa)  

Ivan Rutkovych, l'icona dell'iconostasi di Zhovkva, 1697-99, 
Museo Nazionale a Leopoli 

Frammento dell'iconostasi, Jov Kondzelevych

 
 
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Per consultare alcune rappresentazioni ucraine: 
http://icon.org.ua/gallery/zhoni-mironositsi-bilya-grobu-gospodnogo/ 
https://www.pslava.info/LisnykyS_285,250066.html 



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