giovedì 9 settembre 2021

San Dionisio il Grande 5 (18) ottobre


San Dionisio il Grande d'Alessandria,
il vescovo e martire, 5 (18) ottobre

a cura di Yaryna Moroz Sarno 


  La fonte principale della biografia di San Dionisio il Grande erano le opere di Eusebio di Cesarea "Storia della Chiesa" (Euseb., Hist. Eccl. VI-VII) e "Preparazione al Vangelo" (Praep. Evang. VII 19; XIV 23-27). Le citazioni fornite dai Santi Atanasio il Grande (Atanas. Alex., De sent. Dionys.) e Basilio il Magno (Basil. Magn., Ep. 9, 188; De Spirit. Sanct. 29). Di lui parla San Girolamo (Hieron., De vir. Illustr. 69). Le informazioni su San Dionisio sono integrate dalle  fonti successive: Stefan Gobar (ap. Phot. Bibl. 232), "Chronica Orientale" (Petrus ibn Rahib., Chronicon orientale, Louvain, 1955, fol. 108. (CSCO; 46. ​​Arab.; 2), Synaxarium alessandrino arabo-giacobita (Le synaxaire arabe jacobite (red. copte), PO. T. 16. Fasc. 3, nr. 79,  224 -228). 
  San Dionisio il Grande (gr. Διονύσιος ὁ Μέγας) nacque nel 195 ca, il luogo della sua nascita è sconosciuto. Nella Cronaca Orientale come la sua patria era indicata l'Arabia Felice (Yemen). Secondo la stessa Cronica, fu "l'antenato della più nobile famiglia" (Petrus ibn Rahib, Chronicon orientale, Louvain 1955, fol. 108), proveniva da una ricca famiglia pagana. La conoscenza dei sistemi filosofici, delle scienze naturali e della letteratura pagana che testimoniano le sue opere ci svela un'eccellente educazione. 
  San Dionisio fu convertito al cristianesimo in età adulta. Divenne alunno di Origine (III secolo) e si distinse per la sua alta educazione e per breve tempo conobbe sia i soggetti della fede che i soggetti dell'erudizione generale. In seguito (ca 232) il capo dell'illustre scuola alessandrina. Nel 247 fu ordinato vescovo d'Alessandria. 
     Fu il più eminente vescovo della sua epoca, il grande teologo ed amministratore, chiamato il Grande già dai contemporanei e fu il primo nella storia della Chiesa a ricevere questo nome. Il suo contemporaneo Sant'Atanasio di Alessandria lo glorificò come un "maestro della Chiesa cattolica" (Athanas. Alex., De sent. Dionys.), anche Eusebio di Cesarea e San Basilio il Magno lo definirono come il Grande (Basil. Magno, Ep. 9, 188; De Spirit. Sanct. 29).
    Dionisio si distinse per la sua alta educazione e conobbe brevemente sia i temi della fede che i temi dell'erudizione generale. L'autore di numerose opere, è noto per le polemiche con gli eretici e per la sua vasta corrispondenza, da cui è stata preservata una sola lettera originale nel greco. Fu anche l'autore della prima Pasqualia, aveva una vasta corrispondenza.
   I suoi scritti sono preservati solo in frammenti e non tutti, sono conosciuti principalmente attraverso le citazioni di Eusebio. Sono dedicati principalmente alla spiegazione dei dogmi e della Sacra Scrittura. Le opere di San Dionigi furono di fondamentale importanza nella storia dello sviluppo del pensiero cristiano per la loro influenza sulla teologia del IV secolo e determinarono il significato di Dionigi nella storia della chiesa. 
  Dagli scritti esegetici di Dionigi si è conservato un frammento delle sue interpretazioni sul libro dell'Ecclesiaste e passaggi con le interpretazioni sul libro di Giobbe, sui racconti evangelici sulla preghiera del Signore nell'orto del Getsemani, sul libro degli Atti degli Apostoli, sulla lettera di Giacomo e la lettera di San Paolo ai Romani. Nell'interpretare la Sacra Scrittura, senza abbandonare del tutto il metodo allegorico, Dionigi preferì scoprire il contenuto morale della parola di Dio. 
  Tra le opere dogmatico-polemiche di Dionigi c'è il libro "Sulla natura" (Περ φύσεως, De natura), cui frammenti furono conservati da Eusebio nella sua Praeparatio evangelica e da alcuni altri scrittori ecclesiastici. I passaggi sopravvissuti contengono una critica degli insegnamenti di Epicuro sull'origine del mondo per collisione cieca e coesione di atomi, che è in contrasto con la visione teleologica cristiana del soggetto. 
  Il vescovo d'Alessandria Dionisio scrisse le Epistole Pasquali, perché, secondo l'antica usanza, egli aveva il compito di determinare per tutta la Chiesa il tempo della celebrazione della Pasqua in ogni anno. Alle notizie di questa giornata San Dionisio aggiungeva sempre le riflessioni dogmatiche e moralistiche sul Salvatore risorto. Queste epistole venivano necessariamente lette prima dell'assemblea dei credenti nelle chiese. 
     Il suo ministero episcopale accadde durante una delle più gravi persecuzioni nella storia della Chiesa nei tempi del regno degli imperatori Decio (249-251) e Valeriano (253-259). San Dionigi fece molto difendere la fede dalle eresie e rafforzò il suo gregge nella ferma confessione della vera fede durante le persecuzioni. Nelle sue epistole Dionisio il Grande descrisse su questa persecuzione, raccontando dei martiri che rifiutarono d'obbedire all'editto dell'imperatore. Il vescovo Dionisio manteneva il suo gregge intero, ma dopo è stato catturato anche lui. Il santo vescovo sopportò molte sofferenze. Quando ad Alessandria sorse una pestilenza, San Dionisio ordinò al suo gregge a prendersi cura sia dei malati cristiani che dei pagani e di seppellire tutti i morti.
    San Dionisio morì nel dodicesimo anno del regno dell'imperatore Gallieno nel 264 o 265, venerato dalla Chiesa cattolica e ortodossa. La Chiesa gli adottò il nome del santo martire non per la morte di un martire, ma per tutta la sua vita combattente e il lavoro coraggioso e valoroso per Cristo e la Santa Chiesa, sopportarono per le condanne, critiche, i pericoli, le persecuzioni, le difficoltà ed ogni sorta di calamità e disavventure dei martiri. 


La miniatura del Menologio di Basilio II, Vat. gr.1613, fol. 86


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