La Domenica del Perdono
a cura di Yaryna Moroz Sarno
"Sedette Adamo davanti al paradiso e
piangendo la propria nudità così faceva lamento:
aimè, mi sono lasciato convincere e depredare da un malvagio inganno
piangendo la propria nudità così faceva lamento:
aimè, mi sono lasciato convincere e depredare da un malvagio inganno
e sono stato allontanato dalla Gloria; aimè,
nudo e nella semplicità e ora mancante di tutto!
O Paradiso, mai più godrò delle tue delizie,
mai più vedrò il Signore, mio Dio e Creatore,
perché me ne andrò alla terra dalla quale sono stato tratto.
Abbi misericordia, o Pietoso, e
a te io grido: abbi misericordia di me che sono caduto"
( dal Vespro).
Nella tradizione orientale nella preparazione alla Grande Quaresima si presenta come l'ultima la domenica dei Latticini. Questa domenica è dedicata al ricordo del paradiso perduto o dell'esilio di Adamo ed Eva, che è il tema dominante. L’uomo creato per il paradiso, per stare alla presenza di Dio e vivere nella perfetta comunione con Lui, ma volendo diventare Dio si è privato della benedizione del Signore e il suo Creatore. La Quaresima è il tempo in cui insieme ad Adamo ed Eva, piangendo davanti al cancello chiuso del Paradiso, con il dolore del nostro esilio nel peccato e con la speranza del rientro in Paradiso, ci pentiamo per i peccati che ci privano della comunione con Dio. La Quaresima è anche un pellegrinaggio verso la Gerusalemme Celeste come la liberazione dalla schiavitù del peccato, l'avvicinamento all'evento della Reseruzione dopo l'atto salvifico della crocifissione e della morte di Gesù Cristo, che riapre il Paradiso per noi.
Negli inni liturgici del Vespro del Mattutino si canta: "Sedette Adamo davanti al paradiso e piangendo la propria nudità così faceva lamento: aimè, mi sono lasciato convincere e depredare da un malvagio inganno e sono stato allontanato dalla Gloria; aimè, nudo e nella semplicità e ora mancante di tutto! O Paradiso, mai più godrò delle tue delizie, mai più vedrò il Signore, mio Dio e Creatore, perché me ne andrò alla terra dalla quale sono stato tratto. Abbi misericordia, o Pietoso, e a te io grido: abbi misericordia di me che sono caduto". E si aggiunge: “Adamo fu estromesso dal paradiso di delizie a causa di un amaro cibo, non avendo custodito per incontinenza il comandamento del Sovrano; e fu così condannato a lavorare la terra dalla quale egli stesso era stato tratto, e a mangiare il proprio pane con molto sudore. Amiamo dunque la continenza per non gemere come lui stando fuori dal paradiso, ma piuttosto ritornare nel paradiso”.
Ed è anche la domenica del Perdono. Per svolgere un vero cammino quaresimale è necessario il perdono e la riconciliazione con Dio e con il prossimo perché la divisione è il frutto del peccato, ma frutto dell'amore è la comunione. Nel brano evangelico del giorno (Mt 6, 14-21) si dice: “Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”. Come sottolineava San Giovanni Crisostomo, “nell’atto del perdono noi siamo più vicini a Dio di qualsiasi altro momento, perché perdonare vuol dire essere uguali a Dio”.
Vedi anche: http://www.calendariobizantino.it/calendario-4.1423954800.html
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