L'Ultima Cena
Il Grande e Santo Giovedì
a cura di Yaryna Moroz Sarno
Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, affresco del IV secolo
Il Codex Purpureus Rossanensis, VI secolo
Il Vangelo Rosanno (il Codex Purpureus Rossanensis) del VI secolo
L'icona del monastero Vatoped, Athos
Il Giovedì Santo, richiamando l’evento dell’Ultima Cena, pone al centro il segno dell’amore gratuito, totale e definitivo. Questo è il giorno dell’istituzione dell’Eucaristia in memoria della nuova ed eterna alleanza e dell’istituzione del sacerdozio ministeriale e il servizio fraterno della carità. Il sacerdozio e carità sono strettamente collegati con il sacramento dell’Eucaristia, creando la comunione fraterna e indicano nel dono di sé e nei servizio il cammino della Chiesa.
Il mosaico nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv, XI secolo
Nel sacramento dell’amore, - Eucaristia, Gesù donò se stesso come il cibo della vita eterna e portò a compimento la liberazione dell'uomo. Il calice riempito e il pane preparato diventano l'Eucaristia, quando nella notte in cui fu tradito, "il Signore Gesù prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo. Poi prese il calice e disse: Prendete e bevete: questo è il mio sangue".
Il pane e il vino sono stati dati all'uomo e, ricevendo la parola di Dio, diventano il corpo e il sangue di Cristo nella presenza reale del Signore morto e risuscitato. Come disceva San Giovanni Crisostomo: «Noi offriamo sempre il medesimo Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma sempre lo stesso. Per questa ragione il sacrificio è sempre uno solo. [...] L’offerta è la stessa, chiunque sia colui che offre, sia Paolo, sia Pietro; è la stessa di quella che Cristo diede ai discepoli e quella che ora fanno i sacerdoti: questa non è per nulla inferiore a quella, perché non sono gli uomini a santificarla, ma è lo stesso che santificò quella. Infatti, come le parole che Dio disse un giorno sono le stesse di quelle che dice ora il sacerdote, così l’offerta è la stessa...» (San Giovanni Crisostomo, In Epist. II ad Timotheum 1, in PG 62, 612)
Il sacerdozio nasce dall’Eucaristia come un dono per l’unità. La Chiesa rende attuale il mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti per la forza dello Spirito Santo.
Il pane e il vino sono stati dati all'uomo e, ricevendo la parola di Dio, diventano il corpo e il sangue di Cristo nella presenza reale del Signore morto e risuscitato. Come disceva San Giovanni Crisostomo: «Noi offriamo sempre il medesimo Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma sempre lo stesso. Per questa ragione il sacrificio è sempre uno solo. [...] L’offerta è la stessa, chiunque sia colui che offre, sia Paolo, sia Pietro; è la stessa di quella che Cristo diede ai discepoli e quella che ora fanno i sacerdoti: questa non è per nulla inferiore a quella, perché non sono gli uomini a santificarla, ma è lo stesso che santificò quella. Infatti, come le parole che Dio disse un giorno sono le stesse di quelle che dice ora il sacerdote, così l’offerta è la stessa...» (San Giovanni Crisostomo, In Epist. II ad Timotheum 1, in PG 62, 612)
Il sacerdozio nasce dall’Eucaristia come un dono per l’unità. La Chiesa rende attuale il mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti per la forza dello Spirito Santo.
L'affresco del XII secolo rappresentante l'Eucaristia, chiesa di San Cirillo di Alessandria, Kyiv.
Il salterio di Kyiv del 1397
La miniatura del Salterio di Kyiv del 1397
L'icona del XVII secolo, Museo Nazionale dell'Arte a Kyiv
"Nessuno, o fedeli, non iniziato alla Cena del Signore, nessuno assolutamente si accosti come Giuda alla Mensa con cuore falso. Egli, ricevuto il boccone, insorse contro il Pane e, pur apparendo discepolo, in realtà era omicida, rallegrandosi con i giudei e vivendo con gli Apostoli. Odiando baciava, baciando vendeva il Dio e Salvatore delle anime nostre. che ci ha riscattati dalla maledizione" (III Stichira dell'Aposticha).
L'icona del XVII secolo, Museo Nazionale dell'Arte a Kyiv
"Cristo la vera vite",
L'icona ucraina del 1747, argentata, chiesa della Ss. Trinità,
villaggio Luchytsa, regione di Lutsk,
Museo Nazionale dell'Arte a Kyiv
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