martedì 23 novembre 2021

Presentazione del Signore al Tempio

 


Presentazione del Signore al Tempio
15 febbraio (secondo calendario giuliano)


di Yaryna Moroz Sarno





    La Presentazione del Signore al Tempio o Festa dell’Incontro (Стрітення) è una delle dodici grandi feste nel calendario della Chiesa Orientale. La festa è legata al Natale: quaranta giorni dopo la nascita Gesù viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe, dimostrando un profondo rispetto per la legge del Signore e la tradizione ebraica. Essa pone l’attenzione sulla Purificazione, l’offerta del Bambino al Tempio e sull’incontro tra il vecchio Simeone e Gesù, tra l’uomo vecchio e l’Uomo Nuovo, tra il Vecchio e il Nuovo Testameno (Lc 2, 21-40). La narrazione dall'evangelista Luca (2, 22-39) rievoca il momento quando quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Maria con Giuseppe e il Bambino si presentano al Tempio di Gerusalemme, per consacrarlo a Dio, seguendo l’ordine dell’Esodo (13, 2) che prevedeva il sacrificio di ogni primogenito a Dio, con un’offerta, a cui fa già cenno il Levitico (12, 6-8) ed anche per la purificazione della madre. Qui trovano Simeone e Anna, che indicano nel neonato il segno di una promessa della salvezza e luminoso futuro. Simeone accoglie Gesù con le mani velate con un gesto, che esprime profonda venerazione. San Romano, poeta e teologo tra V e VI secolo, immaginando la scena, fa dire a Simeone: «Tu sei grande e glorioso, sei stato generato misteriosamente dall’altissimo, figlio tutto santo di Maria (…); oso tenerti come una lampada: perché chiunque tra gli uomini porta una lampada è rischiarato, non bruciato».
     Da Gerusalemme, la festa si diffuse in tutto l'Oriente. Le sue prime testimonianze risalgono alla fine del IV secolo, al Diario del pellegrinaggio in Terra Santa di Egeria, pellegrina che raccontava di questa festa celebrata nella grande basilica dell’Anastasis (la chiesa della Resurrezione). I sermoni della festa furono pronunciati già da San Metodio di Patara (+ 312), San Cirillo di Gerusalemme (+ 360), Gregorio il Teologo (+ 389), Anfilochio di Iconio (+ 394), San Gregorio di Nissa (+ 400), San Giovanni Crisostomo (+ 407). In modo particolare fu celebrata dai tempi del regno dell'imperatore Giustiniano (527-565), ed era anche associata al ricordo della salvezza di Costantinopoli dalla terribile pestilenza. I canti liturgici della festa erano creati dai famosi innografi bizantini (nel VII secolo Sant'Andrea, arcivescovo di Creta, nell'VIII secolo, San Cosma, San Giovanni di Damasco, San Germano, patriarca di Costantinopoli, San Giuseppe Studita, l'arcivescovo di Salonicco).
    San Cirillo di Alessandria (V secolo), nella sua omelia sottolineava: «Festeggiamo in modo splendente con lampade brillanti il mistero di tale giorno». L'omelia di un autore anonimo della stessa epoca, che si pronunciava a Gerusalemme, recitava: «Siamo splendenti e le nostre lampade siano brillanti. Quali figli della luce offriamo i ceri alla vera luce che è Cristo».  




                              Il mosaico della  basilica di Santa Maria Maggiore a Roma (432–440).

      
     La prima rappresentazione conservata della Presentazione al Tempio si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma (432–440).
    Nel corso dei secoli nell'arte bizantina si sviluppò un schema compositivo simmetrico dove al centro sono raffigurate la Vergine e Simeone sullo sfondo della rappresentazione dell'altare sotto ciborio che indica il sacrificio espiatorio del Salvatore.

    
 
  La miniatura del Menologio di Basilio II (ca 986)



L'icona ucraina del XIV-XV secolo dal villaggio Stanylia
(Museo Nazionale di Leopoli)

     Il Bambino divino può essere ritratto sia nelle mani della Madre che sulle braccia di Simeone. Si raffigurava anche proprio il momento stesso della trasmissione quando la Beata Vergine ancora sta tenendo il Figlio, ma l'anziano ha già toccato il Salvatore, se non lo ha ancora portato da lui. Questa soluzione compositiva rende l'immagine più drammatica. L'intera umanità nelle persone di Simeone e Anna accetta la buona novella dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Il Gesù Bambino visibilmente rappresenta l'unione dell'Antico Testamento e il Nuovo Testamento.


L'icona ucraina del XV-XVI secolo


L'icona ucraina, la prima metaà del XVI secolo,
villaggio Zvertiv, Museo Nazionale dell'Arte


L'icona ucraina del XVI secolo, Maestro Fedusco da Sambir
(Museo Nazionale di Leopoli)



L'icona ucraina del XVII secolo


Tropario, la voce 1

Rallegrati, Beata Vergine Maria, perché da Te sorge il Sole della giustizia - Cristo nostro Dio, 
che illumina coloro che sono nelle tenebre. Rallegrati anche tu, l'anziano giusto, che tenevi tra le tue braccia il Liberatore delle nostre anime, che ci dona risurrezione.

Тропар, глас 1

 Радуйся, Благодатная Богородице Діво, бо з Тебе засяяло Сонце правди — Христос Бог наш, що просвічує тих, що в темряві. Веселися і ти, старче праведний, що прийняв в обійми Визволителя душ наших, Який дарує нам воскресіння.

Kondak, la voce 1

Hai consacrato l'utero verginale con il Tuo Natale e hai benedetto le mani di Simeone come avrebbe dovuto, dopo averlo avvertito, e ora salvaci, Cristo Dio. Calmi l'inimicizia tra i popoli e rafforzi le persone che hai amato, L'unico Amatore dell'umanità.

Кондак, глас 1
Утробу Дівичу освятив єси Різдвом Твоїм і руки Симеонові благословив, як подобало, попередивши його, і нині спас нас, Христе Боже. Втихомир ворожнечу народів і укріпи людей, що їх возлюбив єси, Єдиний Чоловіколюбний.  



L'icona ucraina del XVIII secolo



L'icona ucraina del 1729 dall'iconostasi cattedrale di Dormizione a Kyiv



 L'immagine dall'iconostasi della Chiesa dell'Esaltazione 
della Santa Croce a Skyth Maniavsky (1698-1705), fatta dal pittore Job Kondelevich



 https://risu.org.ua/ua/index/spiritual_culture/icon/holyday_iconografy/candlemas/59122/
https://giovannigardini.com/2017/02/17/la-presentazione-del-signore-al-tempio/ 
tps://www.lapartebuona.it/la-bibbia-nellarte-e-nella-cultura/la-presentazione-di-gesu-al-tempio-nellarte-un-contributo-di-micaela-soranzo/ 

 







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